La Cisterna dove sostava l’acqua per le terme dell’Imperatore.

Acquedotto

di Sabrina Rinaldi

Che i romani fossero dei superbi ingegneri idraulici questo si sa, ma che a Roma in epoca imperiale ogni abitante avesse a disposizione il doppio dei litri d’acqua, oggi disponibile, invece è una notizia meno nota. Roma poteva permettersi tutto lo spreco necessario nell’alimentare Terme monumentali come quelle di Traiano al Colle Oppio.

Questo generoso sfruttamento idrico è visibile nella cisterna delle Sette Sale che poteva contenere fino a 8000 litri d’acqua.

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Si tratta di un’imponente struttura su due livelli che nel IV secolo dopo Cristo farà da base anche a una domus. Le pareti delle sette sale sono rivestite in cocciopesto e le aperture orientate in senso diagonale l’una rispetto all’altra per alleggerire la pressione generata dalla grande quantità di liquido ed evitare correnti d’acqua.
Alcune aperture laterali come accesso per la pulizia. La struttura era solo parzialmente ipogea: mentre una parete ricurva poggiava direttamente sulla collina, in modo da poter fronteggiare meglio la pressione dell’acqua, la parete opposta costituiva una vera e propria facciata visibile dall’esterno e decorate laterizio.

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Il rapporto tra i due piani sovrapposti permetteva alla cisterna di avere un’inclinazione utile e mantenere costante il flusso verso le Terme. Nulla era lasciato al caso.

Vedere L’acquedotto Vergine
Vedere Terme di Diocleziano


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