IL PRIMO “GELATAIO” ROMANO

Ho sempre pensato che l’inventore del primo gelato romano fosse stato un artigiano, invece no, un generale goloso!!
Una “grattachecca” ante litteram. Lo si deve a Quinto Fabio Massimo, console della Repubblica, era tanto goloso da essere soprannominato Gurges. Il ghiottone. Anche altre personalità non meno ingordi di sorbetti furono alcuni imperatori, come Nerone incurante delle raccomandazioni di Ippocrate, era capace fare indigestioni di nettare di frutta gelata con miele.
Copiato dai greci, i romani avevano imparato a utilizzare la neve pressata al ghiaccio, proveniente dal vicino Terminillo, dall’ Etna o Vesuvio. Neve e ghiaccio andavano a rifornire le cisterne dei nobili, ma anche i Thermopolia situati lungo le strade, una sorta di bar per gli accaldati viandanti.
Anche Plinio il Vecchio I sec. d. C. ci lascia una ricetta di un sorbetto di neve a base di nettare di frutta e miele. Insomma i primi gelati erano apprezzati da tutte le classi sociali.
Poi nel Medioevo i gelati a Roma sparirono, per essere in seguito riportati in Italia dagli arabi. Inizialmente approdarono in Sicilia.
Nella Roma dei papi il nevarolo era un mestiere redditizio. Nel seicento vari editti papali ribadirono i privilegi dell’appaltatore camerale della neve e del ghiaccio, che poteva girare armato e godeva di una serie di facilitazioni. Insomma era una figura di rilievo.
Oggi il gelato artigianale è uno degli alimenti più apprezzato, con le sue mille ricette, varianti e ingredienti provenienti da tutto il mondo, è unico non solo per i golosi.
Articolo da vedere:
Il più famoso fornaio dell’antica Roma.