Dove finivano i testi proibiti della Chiesa.

Dove finivano i testi proibiti della Chiesa. Interno della Ang

Dove finivano i testi proibiti della Chiesa.

Sabrina Rinaldi

A chi non è mai piaciuto il proibito, a me tantissimo. La parola “proibire” innesca nella testa di ognuno di noi l’azione immediata di curiosare e sapere di più.

Tra Piazza Navona e il Pantheon esiste un “Insula agostiniana“.

In realtà nessuno la chiama così ma sarebbe giusto identificare con questo nome l’isolato incorniciato da piazza Sant’Agostino, via della Scrofa e via dei Portoghesi.

Oggi è diviso tra gli Agostiniani la Biblioteca Angelica e l’Avvocatura generale dello Stato ma un tempo apparteneva solo all’ordine religioso uno dei più colti e vivaci della Chiesa.

Prova il fatto che i monaci agostiniani non hanno mai rifiutato di accogliere opere di artisti controversi

Nella basilica c’è una Madonna, la quale Caravaggio dal volto di una procace prostituta mentre nella biblioteca si conservano ancora oggi i testi che nel 600 erano stati messi all’indice.

Piuttosto che bruciarli gli Agostiniani scelsero di custodirli nei loro scaffali. Lungimirante il suo fondatore il vescovo Angelo Rocca scrittore erudito e appassionato, collezionista di edizioni pregiate, responsabile della Tipografia Vaticana durante il Pontificio di Sisto V.

È lui ad affidare il suo patrimonio librario oltre ventimila volumi agli Agostiniani a fornire una vendita alla biblioteca è a decidere che sia aperta a tutti.

Il suo esempio viene seguito da molti altri nei secoli successivi, tanto da permettere all’Angelica di accumulare un fondo di oltre 50.000 volumi tra i quali alcuni di grande pregio.

Spiccano tra questi i libri al Cardinal Domenico Passionei

che nel Settecento si procura molti testi protestanti soprattutto giansenisti durante i suoi viaggi nel Nord Europa come legato pontificio.

Ciò che è proibito ha sempre attratto gli intellettuali più curiosi.

La biblioteca Angelica Roma

Oggi l’Angelica

ancora il posto migliore per studiare il dibattito tra Riforma e Controriforma soprattutto perché conserva i pareri anche di coloro che si erano allontanati da Santa Romana Chiesa.

A metà del Settecento i frati incaricano Luigi Vanvitelli dell’ampliamento della biblioteca.

L’architetto già autore della Reggia di Caserta è uno dei maggiori rappresentanti del momento di passaggio tra lo spazio barocco e ritorno all’ordine, al classicismo.

Con enormi spazi riesce a restare fedele alla architettura classica creando degli ambienti  stupefacenti.

Nella sala di lettura ancora oggi quello che colpisce è la struttura degli scaffali a cui è affidato il compito di disegnare l’architettura, attraverso le modanature e la spartizione degli spazi.

Articoli:

Biblioteca Apostolica Vaticana

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