Raccontare le emozioni che si provano quando si partecipa ad una regata è quello che vorrei fare oggi, condividere con voi le sensazioni provate.
Ogni velista ha un sua storia, una sua esperienza, che l’ha portato a scegliere come sport la vela. Vi racconto la mia, forse chissà, come velisti avrete provato le mie stesse emozioni o forse semplicemente vi appassionerete almeno all’idea di poter un giorno fare vela.
Velista ed ex regatante per diletto, amo questo sport da sempre. Questa volta sono stata contattata dal Planet Sail Bracciano a partecipare, non come regatante, ma come stampa per raccontare come blogger il World Master’s Cup 470 è comunque un emozione indescrivibile. Intervistare gli equipaggi, sentire i loro racconti mentre armano la barca, ho provato un emozione. Sentire le loro parole, vedere i loro volti sorridenti e felici di essere qui in Italia, ascoltare la loro storia di vita. Tutto questo è veramente unico e raro. Si impara sempre tanto e ogni volta sempre di più!
Parlare di vela e della la mia passione mi piace e vorrei poterlo fare attraverso il mio vissuto e i racconti di altri, anche di chi vive la vela ad alti livelli. L’amore verso questo sport è incondizionato, tanto da darti un brivido di libertà, anche se sei legato al mutare del tempo, degli eventi naturali: il vento, il sole, l’acqua. Tutto rende unica ogni regata, ogni uscita in barca. Incredibile pensare che un paese come il nostro, dove su tre lati è bagnato da mare, senza contare i laghi, non è mai riuscito a rende lo sport della vela uno sport di tutti.
Ritornando a me, alla prima sensazione e all’emozione che ho vissuto nel momento in cui mi hanno contattata, mi sono ritornati in mente qui bellissimi ricordi fatti di emozioni prima di ogni una regata.

E penso: “C’è tempo per tutto“. Armare la barca, verificare se è il caso di strallare di più o di meno la vela di prua a seconda dell’intensità del vento, preparare l’attrezzatura a bordo, issare le vele, controllare che tutto sia in “chiaro”, scotte, rinvii, spinnaker, tangone. Preparare l’abbigliamento senza dimenticare nulla. Prove a terra; poi uscire dal circolo ed entrare in acqua con la barca.

L’adrenalina sale, vai verso la partenza, ti studi il campo, il vento e gli avversari. Mentre procedi, pensi al lato migliore da dove poter partire, verificando la provenienza del vento, ma nello stesso tempo pensi alla tattica da usare e l’arguzia. E sì, non devi dare a vedere quale bordo prenderai e a quale lato della linea ti collocherai. Arrivi nei pressi del campo di regata e ti avvicini alla linea di partenza.
L’adrenalina sale sempre di più. Veleggi dietro la linea ed è fondamentale capire il lato migliore e il bordo migliore, senza farlo comprendere ai tuoi avversari. Poi studiare gli altri… Sì, è importantissimo conoscere gli avversari, i loro punti di forza e i loro punti deboli. Tutti attenti a non toccarsi, i penalty ti aspettano ad ogni angolo…
L’adrenalina sale, sale sempre di più; si sente nell’aria, si percepisce a pelle. Il rumore del vento, lo scricchiolio delle vele nuove, le scotte che vengono cazzate, il rumore dei rinvii, il vento sulla pelle quello reale e quello apparente, equipaggi che urlano “acqua” in gergo vuol dire precedenza. Essere là sulla linea di partenza è emozionante come non mai. Senti suonare lo start, le urla degli equipaggi, tutti cazzano randa e fiocco!! Sulla linea di partenza, si gioca il grosso della partita.
Andare in barca a vela è una passione che ti rimane dentro. Mentre scrivo, riprovo le stesse emozioni, l’ansia e la voglia di partecipare, di essere là. E ogni volta è sempre la prima volta, questo è il bello, non ti stanchi mai di riprovare quella sensazione di libertà che la condividi con tutti gli altri nel rispetto delle regole, che in mare sono molto sentite. La “gente di mare” è una grande famiglia.
Qual’è la vostra passione, raccontatela, chissà potreste trasmetterla ad altri. Vi aspetto a vivere il Mondiale insieme a me, sulla motonave Sabazia il 3 agosto.
Buon Vento!!
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