by Sabrina Rinaldi
Chissà in quanti ci saremo chiesti, ma “grottesco” da dove deriva!
La mente inizia a viaggiare nel passato fino ad arrivare a quando l’Imperatore Nerone morì, nel 68 d.C. dove i suoi successori vollero cancellare ogni traccia del suo grandioso palazzo sul colle Esquilino, la famosa Domus Aurea.

I saloni pieni d’oro, pietre preziose, affreschi, statue, marmi e stucchi policromi furono saccheggiati, interrati e usati come fondamenta per le imponenti terme di Tito e di Traiano. Fu prosciugato il lago dove adesso sorge il Colosseo.
Nel 1480, pare che per un caso fortuito, un giovane romano, cadde in una grossa crepa del terreno apertasi su colle Oppio, ritrovandosi in una specie di antro con le pareti ricoperte di figure dipinte.
Grandi artisti dell’epoca appassionati di arte antica, Pinturicchio, Ghirlandaio, Raffaello, Filippo Lippi e altri, decisero di calarsi all’interno di quelle cavità. All’inizio si credevano fossero grotte. È per questo che le decorazioni della Domus Aurea e tutte quelle che ad esse si ispirarono nei secoli successivi, popolarissime per tutto il Cinquecento, furono chiamate “grottesche”.
Quelle della Domus Aurea sono purtroppo quasi del tutto scomparse.
Nel tempo la parola “grottesco” passò ad indicare qualcosa di insolito e bizzarro e poi, sempre più, qualcosa di caricaturale e un pò mostruoso.

La Basilica di Santa Maria del Popolo ospita, un magnifico dipinto del Pinturicchio. Le decorazioni che figurano ai lati costituiscono la prima rappresentazione di figure “a grottesca”, in seguito alla scoperta della Domus Aurea.
Opera del Pinturicchio

3 risposte a "La prima decorazione a “grottesche” nota del Rinascimento"