Raffaello il primo “Commissario delle antichità romane”

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Raffaello Sanzio il primo Commissario delle antichità romane

Oggi ricade l’anniversario della morte del grande artista Raffaello Sanzio (6 aprile 1520 ), pittore e architetto, colui che meglio ha rappresentato il Rinascimento italiano. Tra i più celebri artisti del momento amava firmarsi “Raphael Urbinas” tanto era legato alla sua città natale Urbino.

Passando davanti al Pantheon c’è chi depone un fiore sulla sua tomba a mi piace ricordarlo come il primo “Commissario delle antichità romane”.

Con lui sono nati i primi tentativi di tutela dei nostri Beni Culturali, forse i primi passi di una legislatura.

Nel XVI secolo era nota e diffusa la pratica di scavare per trovare antichità da rivendere. Il sottosuolo di Roma si sa è pieno ancora oggi di tesori da scoprire. Questo fu il motivo che spinse la Corte Pontificia a intervenire. Papa Leone X decide di nominare un “commissario delle antichità romane“, una sorta di sovrintendente alle Belle Arti dedito alla tutela del patrimonio archeologico della città.

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Raffaello Sanzio, all’epoca architetto della basilica di San Pietro e titolare della più importante bottega di pittura della città, fu il primo legislatore verso il patrimonio culturale delle antichità romane.

Raffaello fu figlio d’arte

il padre Giovanni Santi di Pietro, era buon pittore presso la corte di Urbino, governata dal celebre Federico da Montefeltro, morto l’anno precedente la nascita di Raffaello.

A undici anni entrò nella bottega di Perugino, ricevendo la sua formazione in un ambiente quanto mai favorevole all’attività artistica, arricchito dalle esperienze di Piero della Francesca, Francesco Laurana e il giovane Bramante.

Il ruolo di Raffaello all’interno della bottega di Perugino, crebbe con rapidità.

Nel 1500 fu la commissione per la pala del beato Nicola da Tolentino, per la chiesa di Sant’ Agostino a Città di Castello, nel cui atto viene detto “magister”.

Questo incarico segnò il debutto dell’artista: le richieste si fecero sempre più intense. In questa prima fase, la sua pittura è assai vicino al Perugino anche se gradualmente si distinguerà.

particolare tomba di raffaello santi foto S. Rinaldi

Nel 1502 venne chiamato da Pinturicchio a produrre disegni per gli affreschi della Libreria Piccolomini del Duomo di Siena.

Nel 1504 realizzò il Matrimonio della Vergine a Brera e nell’autunno di quell’anno si trasferiì, ventiduenne, presentandosi a Pier Soderini, a Firenze, città che in quel momento viveva un felice periodo culturale per la simultanea presenza di Leonardo e Michelangelo.

ll pittore pur spostandosi non perse i contatti con i committenti umbri e urbinati.

Nella città toscana Raffaello entrò in contatto con tutti i grandi artisti dell’epoca. E lì trascorreva nelle serate d’inverno, le famose ‘vernate’, discutendo d’arte, scaldandosi al calore del fuoco e del vino.

Nel 1508 si trasferì a Roma, al servizio di papa Giulio ll, segnalato dall’amico Donato Bramante. Iniziò in questo stesso anno ad affrescare la Stanza della Segnatura nell’appartamento papale, procedendo poi con gli altri ambienti dell’appartamento pontificio.

Nel 1513 Leone X lo pose al fianco di Bramante nella Fabbrica di San Pietro; l’anno dopo subentrò nel prestigioso incarico per la morte dell’architetto.

Nel 1515 lo stesso pontefice lo nominò Conservatore delle antichità romane.

Nel 1520 Mori a trentasette anni il Venerdì Santo (era anche nato di Venerdì Santo 6 aprile 1483), dopo una breve malattia.

Pico della Mirandola

annunciando la morte di Raffaello, disse che i cieli si erano oscurati e i palazzi squarciati, creando così un parallelo con la morte di Cristo.

È leggenda che l’artista sia morto per eccessi amorosi, ma è lo stesso Raffaello che divulgò le sue avventure sentimentali, fomentando il suo mito di grande amatore.

Raffaello scelse, grazie alla sua fama, di essere seppellito qui al Pantheon, 27 a.C., denominata poi Basilica cristiana di Santa Maria della Rotonda o Santa Maria ad Martyres dal 609 d.C

Madonna del Sasso foto S. Rinaldi

Il sarcofago è sormontato dalla Madonna del Sasso, scolpita dall’allievo di Raffaello, Lorenzetto, e presenta il celebre epitaffio di Pietro Bembo che dice:

“Qui giace Raffaello, dal quale la natura temette mentre era vivo di esser vinta; ma ora che è morto teme di morire”

“Ille hic est Raphael timuit quo sospite vinci, rerum magna parens et moriente mori”.

Tra i luoghi di Roma i capolavori di Raffaello Sanzio

  1. GALLERIA BORGHESE
  2.  CHIESA DI SANTA MARIA DEL POPOLO
  3.  PALAZZO BARBERINI
  4. ACCADEMIA DI SAN LUCA
  5. GALLERIA DORIA PAMPHILJ
  6.  CHIESA DI SANT’AGOSTINO
  7. CHIESA DI SANTA MARIA DELLA PACE
  8. SANT’ELIGIO DEGLI OREFICI
  9.  VILLA FARNESINA
  10.  VATICANO
  11.  VILLA MADAMA

Tante sono le sue opere sparse nel mondo

Mi piace citare la raccolta di immagini delle opere di Raffaello di Google Arts & Culture, un carosello di opere online che possiamo semplicemente guardare anche in dettaglio nella versione ad alta definizione, o ancora ammirare all’interno delle sale in cui vengono custodite tramite la funzione street view.