
Come ogni anno ci avviciniamo alle feste natalizie, e vorrei condividere con voi la storia del presepio a Roma. Amato da tutti, fa parte della nostra tradizione, ogni anno in ogni casa e in ogni dove viene rappresentato.
La più antica rappresentazione artistica della natività ancora oggi esistente, realizzazione marmorea del presepio vivente per la prima volta creato da San Francesco in un bosco presso Greccio nel 1223, si trova ora in una cappella della Basilica di Santa Maria Maggiore.
Inizia con questa opera la storia del presepio di Roma.
Dal Cinquecento, si diffuse nelle chiese e nelle abitazioni private, la tradizione unisce cattolici e atei, e ognuno gli attribuisce un significato e un valore diverso. Esso ha dato vita e spunto alla creatività ed una estrosa espressione di arte popolare. Tanto che nel 1859 scriveva padre Bresciani: “Voi non potete immaginare come i Romani son destri, fecondi e pieni di poesia nel comporre queste rappresentazioni, che in pochi palmi vi spingono la vista a molte miglia….“.
All’ inizio dell’Ottocento, i vasai nel periodo natalizio si trasformavano in pupazzari, le famiglie nobili esibivano statuine di noti artisti, o acquistavano nell’officina di Volpato o nel negozio di Merigo Cagiati.
Gli altri si accontentavano di prodotti più modesti delle fornaci di Santa Maria in Cappella o di Nino La Vista in borgo Vittorio.
Fra tutti i presepi ce n’è uno, quello dell’Aracoeli, in cui vi cantano intorno la leggenda e la storia, vi palpita la poesia e la fede del popolo di Roma. È tuttora allestito nella chiesa, seppure in forma ridotta. Protagonista il bambinello, la cui fama va ben oltre il periodo natalizio. Sulle sue origini la storia ha lasciato il passo alla narrazione leggendaria: dipinta dagli angeli del paradiso, la statuina, scolpita alla fine del Quattrocento a Gerusalemme da un frate francescano con un legno di ulivo dell’orto dei Getsemani, sarebbe giunta a Roma nel Cinquecento, con i suoi prodigiosi poteri.
Si raccontano di svariati tentativi di furto del bambinello. Rubata nel 1994 la statuina è sostituita da un sosia.
A Roma c’è anche il Museo Tipologico Internazionale del Presepio. Si trova nei locali sottostanti la chiesa dei Santi Quirico e Giulitta. Accanto a presepi ci sono oltre tremila statuine dei più diversi materiali e paesi. Persino un bambinello dagli occhi a mandorla..
In esposizione un caratteristco quadretto di vita quotidiana della Roma dell’Ottocento che stupisce per i mille dettagli. Dalla brocca dell’acqua ai prosciutti e pentole appese alle pareti dell’Osteria dell’Orso, affollata di avventori. Lo scrivano pubblico con tanto di piuma in mano, dal cardinale nella sua portantina, dalla targa che ricorda il livello ragguinto dal Tevere durante una inondazione all’edicola sacra sulla facciata di un palazzo.
Questa antica arte popolare, tramandata da padre in figlio, vive nelle botteghe e case-laboratorio di pochi superstiti. Alcuni espongono i loro prodotti su bancarelle ogni anno a piazza Navona. Achille Alferoni artigiano che ricostruisce scorci di una Roma scomparsa o le grotte in sughero, prosegue una tradizione familiare iniziata intorno al 1820.
Da non perdere il presepe dei Netturbini a Roma, non dimenticate una passeggiata per i presepi di Roma sotto le feste natalizie, tra storia, cultura e arte.
8 risposte a "Storia di bambinelli e pupazzari. Il più antico presepio."