
Un edificio da non perdere come visita quando si soggiorna a Roma è Palazzo Falconieri. Esso sorge sui resti di un antico porto fluviale, posto
sulla riva sinistra del Tevere, distrutto molto probabilmente in seguito alla sistemazione urbanistica voluta da Giulio II all’inizio del XVI secolo, il porto è oggi parzialmente conservato nei sotterranei dell’edificio.
Il palazzo fu costruito nel 1576 dalla famiglia Odescalchi, e a seguire furono molti i proprietari che si avvicendarono, Francesco Cenci, padre della sventurata Beatrice, la famiglia Sforza, il cardinal Giovanni Vincenzo Gonzaga, ma la sua epoca d’oro ebbe inizio quando fu comprato dalla ricchissima famiglia fiorentina Falconieri.
Qui l’architetto Borromini esprime ciò che nessuno aveva osato prima. Un intreccio di simboli esoterici e misteriosi, nulla a che vedere con l’iconografia classica e religiosa di cui lui era votato a fare nel suo lavoro.

Il committente è Orazio Falconieri, che con le sue vedute di pensiero, induce l’artista a realizzare le decorazioni dei soffitti di quattro sale al primo piano del Palazzo che presentano, a tutt’oggi, raffigurazioni di difficile interpretazione.
Sicuramente bisogna rifarsi ad un visione con repertorio massonico e una combinazione di elementi che giungono dall’Oriente e guardano all’alchimia, questo per comprendere cosa i padroni di casa abbiano voluto indicare ed esprimere in questi stucchi.
Nel soffitto vi sono tre corone di alloro intrecciate ed attraversate da raggi di un sole ridente che è posto al centro. Tre sono i cerchi e tre i raggi solari: un numero che mette insieme la Trinità cristiana ma anche la cabala.
Il sole potrebbe rappresentare un segno di energia vitale, che sembra aver contagiato anche i girali di piante, che rigogliose fioriscono all’infinito sull’intera superficie.
A guardar bene, Borromini vi ha nascosto piccoli uccelli, insetti ed animali esotici.
L’architetto lavora con la stessa abilità di un pittore, modella con arguzia lo stucco fino a definire i più piccoli particolari.
Politico sembrerebbe il riferimento della decorazione nella sala successiva. Il soffitto è dominato questa volta da un ovale, che contiene un globo poggiato sulla terra. La sfera percorsa da meridiani e paralleli, è attraversata da un serpente che si morde la coda, e a sua volta stretto da una corona di alloro, segnato da uno scettro. Ad una estremità un occhio, che spunta dai raggi e dall’altra il globo.

Non è difficile capire che ci troviamo di fronte ad un’articolata e complessa celebrazione del potere, che per l’eternità governa glorioso la Terra. Forse Il potere dei Falconieri? Borromini non spiega a quale fonte si riferisca l’occhio, se a Dio o alla massoneria, ma forse questa ambiguità non è affatto casuale. Più chiara e divertita è l’evocazione della famiglia, nel falco che in quattro tempi è rappresentato mentre si posa su un festone e lesto riprende il volo.
Agli angoli, il simbolo degli Scaligeri di cui i Falconieri erano legati, con delle cornucopie come augurio di prosperità. Il significato di queste decorazioni non è il solo enigma che si nasconde dentro Palazzo Falconieri.
Anche l’uso di questi ambienti non è chiaro. Poste in un’ala laterale dell’edificio, vi sono le stanze con una la decorazione preziosa, ma non hanno le dimensioni di sale di rappresentanza. Forse erano destinate ad ospiti particolari, che in riunioni riservate dovevano subire una certa suggestione.
Forse era proprio qui che i Falconieri definivano i loro affari, che li avevano portati ad accumulare enormi ricchezze grazie alla riscossione delle tasse sul sale.

È proprio grazie alla loro abilità finanziaria che vengono accolti a Roma da Papa Paolo IlI e riescono ad acquistare un palazzo su via Giulia, divenendo una delle famiglie fiorentine più in vista della città. Tanto è il loro desiderio di rivalsa, che invitano Borromini ad escogitare un sistema per innalzare il loro edificio anche oltre Palazzo Farnese. L’architetto con il suo estro, elabora uno dei suoi trucchi più riusciti.
Sormonta Palazzo Falconieri con una maestosa altana su cui ancora oggi è possibile salire, per godere una delle viste più incredibili di Roma. A due passi dal Pantheon, sembra di poter saltare sul tetto di Palazzo Farnese, se non fosse per le erme bifronti che sono state messe
a custodia di un’elegante balaustra, tanto raffinata quanto inoffensiva.
Il Blog è dedicato agli interessati di percorsi d’Arte, di Enogastronomia del territorio e di percorsi Paesaggistici Culturali.