
Anche nella antica Roma c’era chi sognava in grande e si realizzava nella vita. Tanto da lasciare come testimonianza una tomba come simbolo della sua posizione sociale, per sé e sua moglie. Una tomba che non passa inosservata a Porta Maggiore. Un monumento maestoso, bizzarro, inusuale. “La tomba del fornaio”
Marco Virgilio Eurisace fornaio romano del I sec. a.C era probabilmente un liberto di origine orientale arricchitosi durante le guerre civili, secondo l’iscrizione epigrafa leggibile sui lati del monumento.
Sembra fosse non solo fornaio ma anche appaltatore di mercati pubblici. Vendeva i suoi prodotti allo Stato, ed era ufficiale subalterno di qualche magistrato o sacerdote.
Il monumento funebre, in travertino, realizzato tra la fine della Repubblica e l’inizio dell’Impero, intorno al 30 a.C., fu rinvenuto nel 1838 nel corso della demolizione, sotto Gregorio XVI, del bastione e delle torri difensive fatte costruire da Onorio nel IV sec. su Porta Maggiore.

Nei bassorilievi del fregio sono raffigurati tutte le fasi della panificazione. Pesatura e molitura del grano, setacciatura della farina, preparazione dell’impasto, pezzatura dei pani e infornata.


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