
di Sabrina Rinaldi
La piramide tutti la conosciamo dall’esterno ma ancora pochi sanno cosa contiene.
Oggi le visite offrono la possibilità di entrare nel ventre di uno dei monumenti più misteriosi di Roma, giunta a noi per un motivo assolutamente fortuito.
Ne esistevano in città ben quattro piramidi, nel Medioevo. Due all’inizio di Via Lata (dal 1466 è nota come via del Corso, perché Paolo II ne fece la sede della “corsa dei Barberi“), all’incirca dove ora sorgono le chiese “gemelle“, una nei pressi
dell’odierna via della Conciliazione, venne fatta distruggere nel 1499 dal papa Alessandro VI per aprire la via Alessandrina in occasione della sistemazione della zona per favorire l’accesso dei pellegrini per l’anno santo del 1500. Abbattuta molto prima degli interventi mussoliniani e questa che ancora è visibile. Le ultime due diventano per il popolo le mitiche tombe di Romolo e Remo, finché una diffusa superstizione non le trasforma in luoghi esoterici i diabolici. La Piramide dell’Ostiense, invece, è soltanto il frutto della mitomania di un facoltoso cittadino di Roma, Caio Cestio, che nell’iscrizione ricorda come Triumviro degli Epuloni. Era uno degli addetti all’organizzazione dei banchetti sacrificali agli dei per l’imperatore. Forse lo stesso Caio Cestio che si trova nel primo secolo a.C. in Asia Minore e dagli torna a Roma con una grande passione per i culti orientali. Sicuramente realizza la sua tomba, in soli 330 giorni, prima che Augusto emani la lex sumptuaria che vieta le sepolture di lusso. All’interno colloca il suo sarcofago e forse il suo tesoro. La Piramide fu profanata realizzando un tunnel con il quale raggiungere l’aula funebre ma non fu trovato nulla. Fu bucato anche il soffitto distruggendo l’affresco con il ritratto del defunto.

Un intervento all’epoca di Papa Alessandro VII ha riaperto la galleria d’accesso è permesso agli studiosi di documentare le decorazioni. Vittorie alate agli angoli della volta e splendidi candelabre a scandire i riquadri delle pareti che ospitano figure offerenti : un raffinato esempio di pitture nel III stile pompeiano. La sua posizione determina la longevità del monumento il caso vuole che la piramide si trovi proprio sul tracciato le Mura Aureliane costruite alla fine del terzo secolo. Da Sepolcro privato si trasforma in struttura difensiva mantenuta fino alla fine dell’Ottocento. Un tempo i soldati potevano oltrepassarla grazie ad una passerella di legno che le girava intorno dove non è rimasta più traccia di quello espediente. Vi è oggi una rampa in tufo che permette l’accesso alla Piramide, recentemente restaurata.
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3 risposte a "LA PIRAMIDE DI CAIO CESTIO."