
Due giorni fa mentre passeggiavo al Quadraro, una delle borgate di Roma, pensavo alle parole di Renzo Piano e di come concepisce il vero lavoro dell’architetto, la sua vera missione. Riqualificare le periferie urbane, per dare alle persone emarginate la possibilità di vivere in un posto a dimensione umana. Il bello piace a tutti e rende tutti migliori. È iniziato un processo di cambiamento, dove si inizia a notare questa tendenza alla riqualificazione, si ristrutturano i palazzotti, c’è più cura in alcune case basse con giardino, sicuramente state da persone che vivevano nella parte più periferica e degradata di Roma. Le strade pulite e curate con alberi in fiore. Oggi è un’area dove anche il benestante trova conforto, giardini, case basse, strade quasi di paese a due passi dal centro della città. E i murales della Street Art qua, fanno la loro parte. Certo bisogna fare ancora molto, però è un inizio. Questo murales è uno dei tanti qua al Quadraro. Mi ha colpito molto, perchè è legato a questi luoghi è un segno di speranza, dove si può fare tutto e tutto si può cambiare è intitolato “Nido di vespe“.
” Era lo sprezzante appellativo con cui il comandante Kappler – responsabile dell’eccidio delle Fosse Ardeatine – chiamava il Quadraro: i nazisti avevano colpito l’economia locale e deportato centinaia di uomini. Il quartiere però non cedette e – proprio come un nido – restò compatto, mettendo in campo le sue migliori energie per risalire la china. Questo splendido fregio di Lucamaleonte (Roma, 1983) è un omaggio a quella gente, alla loro forza, al loro spirito laborioso, al loro senso di solidarietà. E alla volontà di resistenza.” – cit.
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