
“Apicio, vissuto tra il 25 a.C. e il 37 d.C., era personaggio molto noto all’epoca, menzionato sia da Seneca che da Plinio, tanto che su di lui si andò accumulando un’esuberante aneddotica. Si vuole, ad esempio, che nutrisse le murene con la carne degli schiavi, e che si sia ucciso dopo aver dilapidato in banchetti un immenso patrimonio. In base a testimonianze indirette, comunque, si può affermare con certezza che Marco Gavio nacque intorno al 25 a.C. e morì suicida – verso la fine del regno di Tiberio – quando s’accorse che il suo patrimonio, ridotto a soli dieci milioni di sesterzi, non gli avrebbe più consentito il tenore di vita a cui s’era abituato” Wikipedia

Il nome di Apicio è da sempre legato alla gastronomia, alle buone pietanze, alle cene succulente. Marco Gavio, soprannominato Apicio dal nome del famoso ghiottone che visse nel secolo precedente, operante sotto Tiberio. A lui si deve la raccolta di ricette gastronomiche che costituisce il nucleo preponderante del De re coquinaria.
Molto ricco, passò alla storia per le sue stravaganze culinarie: manicaretti a base di

talloni di cammello, intingoli di creste tagliate a volatili vivi, triglie fatte morire nel garum della migliore qualità, oche ingrassate nei fichi secchi e ingozzate con mulsum, lingue di usignoli, di pavoni e di fenicotteri. Si ignora la data precisa della sua morte, che si può porre alla fine del regno di Tiberio.
Le sue ricerche culinarie non dovettero essere in realtà così stravaganti, ma è sicuro che molti dolci e soprattutto salse presero il suo nome.
Il De Re Coquinaria è un testo molto complesso e costituito da ricette di salse e di piatti completi.
Il suo latino era povero dal punto di vista letterario, ma adatto al linguaggio dei cuochi dell’epoca.
Si trattava di un’opera di uso corrente, alla quale si aggiungevano in margine varianti e nuove ricette, dando così vita poco a poco, edizione dopo edizione al corpus di cui disponiamo.

Suddiviso in più capitoli, contenevano suggerimenti vari, da come preparare un vino speciale , al come rendere chiaro il vino nero , come conservare a lungo certa frutta aromatico e certe verdure , come conservare a lungo la carne , come riconoscere il miele cattivo , come preparare le salse adatte a tartufi , ostriche.
L’impiego di carni tritate, l’uso di alimenti poveri ed erbe aromatiche, agli ortaggi. Verdure , frutta , formaggio , legumi e farinacei erano la base dell’ alimentazione dei romani. Apicio spiega con cura come conservarli al meglio e li considera quasi una ghiottoneria e soprattutto un cibo sano , buono , quasi benefico .
Ricette per salse , torte , piatti di verdure , antipasti , piatti con frutta cotta e formaggi . Legumi utilizzati per fare farine varie.

Cucinare cacciagione da piuma e animali da cortile con le indicazioni per preparare salse particolarmente adatte alle loro carni. E tutto il commestibile animale di cui i romani ne andavano ghiotti piedini di maiale e di cinghiale , fegato d’ oca , poppa di scrofa , lombi , rognoni , prosciutti. In fine il capitolo sul mare. Pesce , ai molluschi e ai crostacei , ma più che della preparazione vera e propria di queste carni Apicio si preoccupa di consigliare le salse più adatte.
Sabrina Rinaldi
Articoli da leggere:
Tempio di via delle Botteghe Oscure, dove veniva distribuito il frumento gratis.
Il Simposiarca primo sommelier della storia
Oscar Farinetti e il grano italiano…….
Associazione SemiLune tutto bio a due passi da Roma.
Attraverso il BLOG voglio creare un dialogo con le persone interessate all’arte e all’enogastronomia vi invito a commentare gli articoli che vengono pubblicati.
Chi volesse utilizzare gli articoli a scopo divulgativo lo potrà fare citando la fonte (link alla pagina web) e scrivendo “a cura di Esploraromablog.com”.
L’ha ribloggato su Esquilino's Weblog.
"Mi piace""Mi piace"
Grazie anche se in ritardo 🙂
"Mi piace""Mi piace"